Innovazione tecnologica: il credito d’imposta
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Con le Legge di Bilancio 2021, vengono riproposti i crediti d’imposta relativi alle operazioni con obiettivo innovazione tecnologica: la finalità ultima deve essere il rinnovamento o il miglioramento significativo sia dei prodotti o servizi (differenziandosi rispetto a quelli già realizzati in precedenza nelle caratteristiche tecniche, componenti o materiali) che dei processi produttivi (con cambiamenti relativi alle tecnologie, macchinari e attrezzature, impianti, software, sicurezza).
Tale agevolazione viene introdotta in modo da favorire il miglioramento di prodotti, processi e servizi anche per le imprese che non investono in Ricerca&Sviluppo. E’ importante notare che, se da un lato le operazioni di innovazione tecnologica costituiscano un carattere di novità per l’azienda, quelle di R&S invece presentano una novità per il settore di appartenenza: è bene qualificare le attività nel modo corretto per non incorrere a possibili sanzioni.
Per le spese ammissibili, vengono considerati i costi di:
- Spese per il personale subordinato e non (con possibilità di maggiorazione);
- Quote di ammortamento, i canoni di locazione finanziaria o di locazione semplice e le altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software nel limite del 30% rispetto alle spese per il personale subordinato);
- Spese per contratti per il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di innovazione tecnologica;
- Spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti nel limite del 20% rispetto alle spese per il personale subordinato);
- Spese per materiali, forniture e prodotti analoghi nel limite del 30% rispetto alle spese per il personale subordinato o per i contratti per il diretto svolgimento del commissionario.
L’agevolazione permette di ottenere un credito d’imposta così definito (con base di calcolo volumetrica, ovvero sul volume totale degli investimenti effettuati):
- 2020: 6% delle spese ammissibili fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro;
- 2021-2022: 10% delle spese ammissibili fino ad un massimo di 2 milioni di euro.
L’impresa potrà quindi esercitare il credito ripartito in 3 quote annuali di pari entità a partire dal periodo di imposta successivo a quello in cui si sono sostenute le spese.
Secondo i nuovi obblighi burocratici del biennio 2021-2022, l’impresa ha il vincolo di asseverazione della relazione tecnica.